Carla e il Tempo

Il giorno in cui Carla perse il tempo, faceva caldo, io soffrivo, tutti soffrivano, e quell’immenso calore stagionale del Luogo anticipava ogni anno la fine della nostra Storia.
Nel Luogo non si faceva che parlare delle disastrose conseguenze dovute all’incidenza dei fattori antropici. Ci sentivamo vicini alla Fine, anche se probabilmente non l’avremmo vista noi, anche se ci toccava sopravvivere fino alla morte, a quell’idea di Fine. Continue reading “Carla e il Tempo”

Zoa e la terra

Zoa e la terra — dico proprio il terreno, l’incolto, il generante la natura — capii subito che era come anima e corpo ma senza il languore dell’anima e senza l’elemento perituro del corpo. Vegetale mobile immortale era Zoa, respirava perfettamente a terra.
Zoa era l’alito della terra. Continue reading “Zoa e la terra”

I 25 racconti per me più belli del 2023

Il 2023 è stato l’anno in cui ho meno amato le riviste. Si osa poco e si sperimenta meno, forse c’è noia, forse è tutto abbastanza vecchio per questi tempi. Si leggono sempre anche cose molto belle, ma è il “movimento” che manca. E finché la rivista è vissuta più come “scuola di editoria” che come luogo di eventi virtuali, non c’è molto da sperare. Continue reading “I 25 racconti per me più belli del 2023”

Le 10 copertine più belle di narrativa italiana indipendente del 2023

Le copertine, nel mercato editoriale, hanno un ruolo strategico importante. Negli anni dei social media, poi, esse hanno finito per subire e arricchire la nostra ossessione estetica, la nostra fame di immagini.

Già nel 2022 ho intrapreso una lista dedicata alle più belle copertine dei libri, lista il cui campo era limitato alla narrativa italiana e all’editoria indipendente.

Ripropongo la medesima operazione per il 2023 da poco concluso. Continue reading “Le 10 copertine più belle di narrativa italiana indipendente del 2023”

Demolition Job. Intervista a Alfredo Zucchi

In occasione della recente uscita di Demolition Job. Lettere all’usurpatore (Edicola Ediciones, settembre 2023) – opera definibile coraggiosamente “raccolta di cinque racconti” e, meno coraggiosamente, opera indefinibile – sono tornato a fare i conti, ahimè, con l’autore (e narratore?) Alfredo Zucchi (Napoli, 1983; attualmente latitante in quel medesimo spazio mitteleuropeo che non ebbe pietà nemmeno del suo più illustre aedo: Robert Musil). Continue reading “Demolition Job. Intervista a Alfredo Zucchi”